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Mangiare le patatine a merenda, a scuola, ha un sacco di inconvenienti:

  • troppo grasso
  • eccesso di calorie
  • appesantimento dello stomaco
  • sonnolenza, dovuta all’afflusso di sangue nell’apparato digerente, a discapito del cervello
  • rendimento scolastico, in termini di concentrazione e reattività, a picco
  • eccesso di sale

quindi…bandite le patatine a scuola!

E non esagerare nemmeno durante il resto della giornata.

Molto meglio mangiare frutta o pane.

P.S. se volete provare anche voi a scrivere testi al contrario, andate qui:

http://www.flipmytext.com/

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N.

Facciamo la muffa?*

Le muffe sono un tipo di funghi pluricellulari, vivono da eterotrofi decompositori su organismi morti e si riproducono per mezzo di spore. Non crescono su superfici inorganiche. Prediligono luoghi umidi e rivestono la superficie con sottilissimi miceti.

Svolgono una funzione fondamentale causando la decomposizione del materiale organico, rendendo possibile il riciclo dei nutrienti in tutto l’ecosistema. Molte muffe secernono anche micotossine (sostanze tossiche) che bloccano la crescita di organismi concorrenti.

Molte muffe possono cominciare a crescere a 4°C, la temperatura tipica di un frigorifero, o a meno. Quando le condizioni non ne permettono la crescita, le muffe possono restare vive e dormienti a lungo.

Tutto ciò che sia animale o vegetale può ammuffire. Ciò che vive riesce a tenere a bada l’attacco delle muffe. Ma dopo la morte comincia l’ammuffimento. Le prime sono le muffe; poi si mettono in azione i batteri. È questo processo a rendere biodegradabili gli organismi.

La muffa della penicillina, il primo antibiotico della storia, le cui proprietà furono scoperte e studiate da Fleming, Florey e Chian. Nel 1945 i tre scienziati condivisero il premio Nobel per la medicina.
L’Aspergillus flavus è una muffa giallognola dall’aspetto innocente ma letale, chiamata anche aflatossina.
Se usata con la giusta cura e dosi, la Claviceps Purpurean possiede potenti proprietà mediche (controllare le emorragie, accelerare il parto, provocare contrazioni muscolari ecc). Questa muffa, se usata in dosi poco più che microscopiche, provoca l’avvelenamento da ergotamina, una raccapriciante condizione nota nel Medioevo come “fuoco sacro” o “di Sant’Antonio”.

La muffa del pane è molto comune, ma ha un ruolo straordinariamente importante nella storia della biologia: I genetisti americani George W. Beadle ed Edward L. Tatum fecero crescere questa muffa del pane su un terreno di coltura contenente soltanto saccarosio, sali minerali e una vitamina. Partendo da questo terreno, scoprirono che gli enzimi della Neurospora crassa (il nome scientifico della muffa del pane), erano capaci di stimolare tutte le reazioni metaboliche necessarie a costruire gli elementi chimici delle cellule.

Muffa nei formaggi: la muffa che dona un gusto inconfondibile ad alcuni formaggi cosiddetti “a muffa blu” (Gorgonzola o Roquefort), sviluppandosi al loro interno, oppure che forma una patina esterna bianca come nel caso del Camembert o del Brie, non è dannosa per la salute, anzi costituisce proprio la caratteristica peculiare di quel prodotto. Le muffe possono essere rischiose se hanno un colore verde-chiaro o verde-blu nei formaggi freschi, in quelli a pasta molle o in quelli da taglio. L’alimento infestato da tali microrganismi va buttato per non rischiare forme di intossicazione.

*Fare la muffa: è un modo di dire, per indicare qualcosa che resta per lungo tempo non attivo, inutilizzato. 

L’olio di palma: perché è dannoso per l’ambiente?

Prima di acquistare, leggiamo gli ingredienti degli alimenti confezionati…

La coltivazione di palme da olio sta prendendo piede sottraendo terreno a foreste dal valore inestimabile, comprese antiche foreste pluviali caratterizzate dalla presenza di ecosistemi irripetibili al mondo. La preparazione del terreno per la coltivazione delle palme da olio richiederebbe interventi drastici che comprenderebbero incendi in grado di distruggere centinaia di ettari di foreste ogni anno in nome di necessità industriali sempre più incalzanti, contribuendo alla scomparsa di sempre più numerose specie vegetali ed animali, che si trovano improvvisamente deprivate del proprio habitat naturale.

Qui un articolo sulle principali multinazionali, che contribuiscono alle deforestazione.

Cibo è identità

Un interessantissimo sito, in cui viene trattata, discussa, analizzata la stretta connessione tra cibo e Identità, fatta di Storia, Cultura, Tradizione e senso di appartenenza.

La sfida è tra Identità e Globalizzazione.

Secondo l’antropologo Marc Augé, un futuro possibile è dato dalla diffusione di regimi alimentari sostenibili, sostenuti da una cultura  comune che parta dalla diffusione dell’istruzione e della formazione in tutti i Paesi del mondo.

Da non perdere, in tema con EXPO 2015.

Il concorso “Panino d’oro”!

Il concorso “Panino d’oro” si è svolto sabato 14 marzo, durante l’intervallo, durato, con grande sofferenza per gli alunni della scuola, più a lungo del solito.

I ragazzi di 1E e 2E hanno preparato gustosissimi panini per tutte le altre quattro classi del plesso, realizzando le loro ricette, che potete trovare nel blog (cliccate le categorie: ricetta, Progetto Pane, 1E, 2E).

Ringrazio sentitamente le famiglie, che hanno collaborato alla preparazione di circa 150 panini.

Mentre i ragazzi mangiavano a quattro palmenti, otto alunni, nominati Giudici di Concorso, hanno degustato in una saletta riservata, confrontandole, otto ricette (tre per la 1E e cinque per la 2E). Avendo a disposizione una scheda, opportunamente preparata con una tabella che solo numeri al posto del nome del panino ( per evitare che si lasciassero influenzare da simpatie personali) hanno votato, secondo questa successione di descrittori:

  1. Bleah!
  2. Ma anche no…
  3. Commestibile
  4. Buono
  5. Irresistibile

AND THE WINNER IS…

Oggi abbiamo premiato il panino vincitore e i suoi due creatori. Eccolo qui. 😀

I due chef hanno ricevuto entrambi in premio questo oggetto, con l’augurio di poterlo usare (con criterio!) all’aria aperta, smaltendo le calorie delle abbuffate di panini stratosferici!

Grazie ai colleghi per la collaborazione e per avere apprezzato, con i ragazzi, il party!

panino balalalalà

Ingredienti:

– un panino integrale

-salsa di tonno e ricotta

-1/2 foglie di insalata

-2/3 fette di roast-beef

di elisa e michela

valori nutrizionali:

roast-beef= per 100 g

proteine 42%, lipidi 58%, carboidrati 0%, alchool 0%. energia 219 kcal

ricotta= per 100 g

proteine 24%, lipidi 67%, carboidrati 9%, alchool 0%. energia 146 kcal

tonno al naturale= per 100 g

proteine 53%,lipidi 47%, carboidrati 0 %,alchool 0 %.energia 192 kcal

pane integrale = per 100 g

proteine 13%, lipidi 5%, carboidrati 82%,  alchool 0%. energia 224 kcal

insalata=per 100 g

grassi 0,24 g, carboidrati 3,2 g , proteine 1,52 g. energia 17 kcal

Il Bluff del Kamut

Presentato come grano dei Faraoni , è una variante del grano duro usato ovunque nel mondo. La leggenda narra che durante la seconda guerra mondiale un pilota americano trovò in una tomba egizia chicchi di grano. Un suo amico contadino lo ripiantò nel suo campo e chiamò tale grano Kamut e depositò il marchio. Dal punto di vista scientifico è impossibile che un chicco di grano cresca dopo migliaia di anni inoltre gli Egizi si cibavano di farro e orzo. Il grano di Kamut in realtà è una variante del grano Khorasan iraniano. La farina di Kamut si vende però 4 volte il prezzo di analoghe farine di grano duro.

Il Kamut ha conosciuto un sempre più grande successo, perlopiù dovuto ad un marketing decisamente efficace che ha fatto leva su tre aspetti: il suggestivo ritrovamento, l’attribuzione di eccezionali qualità nutrizionali ed una presunta compatibilità per gli intolleranti al glutine.

Del primo aspetto si è già detto, è importante però aggiungere che la germinabilità di un grano decade dopo pochi decenni, per quanto ideali siano le condizioni di conservazione. E questo vale anche per il nostro cereale, tant’è che la storia del ritrovamento si è rivelata solo una fantasiosa invenzione commerciale, e la stessa Kamut International ha poi preso le distanze da tale notizia o meglio leggenda che, peraltro, non ha più bisogno di essere incoraggiata.

Per quanto riguarda le qualità nutrizionali, questo grano ha un elevato contenuto proteico, in generale superiore alla media dei frumenti duri e teneri, e buoni valori di beta-carotene e selenio; per le altre componenti qualitative e nutrizionali non ci sono differenze sostanziali rispetto agli altri frumenti.

Con riferimento al contenuto di glutine, come ogni altro tipo frumento, anche questo è inadatto per l’alimentazione dei celiaci, perché contiene glutine (alcune pubblicità facevano inizialmente supporre che fosse povero di glutine), anzi ne contiene in misura superiore a certi frumenti teneri ed a numerose varietà di frumento duro.

Che cos’è allora il Kamut? Abbiamo già detto che è un marchio (registrato dalla multinazionale americana Kamut International), aggiungiamo che tale marchio indica una varietà di grano denominato “Khorasan”, nome che tra origine dalla regione iraniana del Khorasan dove venne descritto per la prima volta, nel 1921 e dove ancora adesso si coltiva.

Elisa e Lucia

AGRICOLTURA OGM

Dalla metà degli anni novanta la sigla OGM è stata spesso al centro di polemiche , dubbi e paure specie per quanto riguarda l’industrializzazione dell’agricoltura In realtà le modifiche genetiche delle piante sono sempre esistite e l’uomo le ha sempre praticate: le agiva in modo grossolano e per tentativi.

Le biotecnologie che producono gli OGM non inventano nulla di nuovo: si limitano a razionalizzare e sfruttare al meglio fenomeni biologici che già esistono in natura : la promiscuità è il segreto dell’evoluzione! Diciamo che esistono piante sul campo con una ibridazione interspecifica(ovvero l’incrocio tra specie distinte).

In Europa un OGM viene esaminato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ma il solo giudizio scientifico eventualmente positivo non basta : a livello politico serve una maggioranza qualificata dei paesi membri per l’autorizzazione alla coltivazione. Solitamente si creano delle posizioni di stallo e alla fine le decisioni non vengono prese per la contrapposizione di due blocchi: i paesi favorevoli( Spagna, Gran Bretagna,Danimarca, Rep. Ceca e Svezia) e quelli contrari (Austria,Francia e Italia). Sono solo 2 gli OGM ammessi alla coltivazione in Europa: (Mais e Patate).

La capacità di fare modifiche genetiche è tipica della ricerca biotecnologica; il settore più rigoglioso è quello farmacologico. L’insulina umana, vitale per i diabetici,è il primo dei farmaci biotecnologici disponibile già da 30 anni. Via via l’OGM usato nel settore farmacologico si è evoluto e milioni di malati ne traggono ogni giorno vantaggio,se non addirittura la stessa sopravvivenza.

Quindi il latte, carne e salumi sono alla fine di un percorso che inizia dagli OGM.
Dunque il rischio di perdita di biodiversità, un rischio concreto non deve diventare colpa da attribuire agli OGM degli anni 2000,bensì all’economia globalizzata.

Elisa e Lucia

Dall’aratro all’hight tech

L’uomo ha osservato la natura e ha scoperto che da un seme nasce qualcosa che talvolta è commestibile.
Poi ha escogitato dei sistemi per amplificare e indirizzare a proprio vantaggio quel processo naturale.
L’uomo 12 mila anni fa ha smesso di essere cacciatore ed è diventato contadino e allevatore.

aratro

L’uomo, diventando agricoltore, scelse di essere stanziale, ed è una delle più grandi svolte dell’ umanità.
Nel periodo neolitico organizza la comunità intorno ai ritmi dell’agricoltura.
Il passaggio dalla raccolta del cibo alla produzione sistematica del fabbisogno alimentare dalla propria famiglia è una svolta scientifica e tecnologica.

L’uomo preistorico ha colto la complessità di un sistema vivente e ha escogitato tecniche via via più raffinate per approfittare di questo sistema. Il processo di interazione tra contadino- pianta e allevatore- animale è stato lentissimo e i salti di qualità sono avvenuti quando è entrata in gioco una nuova tecnologia: il bastone per tracciare i solchi diventa aratro trainato da un animale, la macina viene azionata dall’acqua, si utilizzano sistemi di cisterne e canali per irrigare meglio e per avere riserve di acqua quando non piove. Per stare vicino ai campi e agli allevamenti occorrono delle case, poi i granai e infine i recinti.

Ma è l’inizio di un processo che in poco più di 10 mila anni porta la specie umana ad essere uno degli esseri viventi più ingombranti e «insopportabili» che la Terra abbia mai visto nei suoi 4,5 miliardi di anni di storia.

Ben raccontate dagli archeologi, dagli antropologi e dai musei dell’agricoltura e dell’artigianato, tutti abbiamo in mente le innumerevoli importanti migliorie tecnologiche che hanno aiutato l’uomo a governare sempre meglio agricoltura e allevamento. E se oggi andiamo in campagna vediamo super-trattori comodissimi guidati nei campi dal GPS e stalle automatizzate nel dare cibo agli animali e robotizzate nella mungitura, ad esempio .

Ma c’è un’altra tecnologia che ha fatto la fortuna dei primi contadini e dei primi allevatori: la capacità di cura e manipolazione delle piante e degli animali.

E’  successo, a partire da 12-14 mila anni fa, quando l’uomo ha smesso di essere cacciatore e raccoglitore ed è diventato gradualmente contadino e allevatore.

Con la rivoluzione del neolitico l’uomo smette di essere in totale equilibrio con il proprio habitat (e pure totalmente in balia dell’ambiente) e inizia a modificare il territorio a suo vantaggio; in modo leggerissimo e «impercettibile» dal punto di vista del Pianeta.

Fabio